© Fulvio Michelotti
L'Assiolo Martino 4 di 5
E finalmente, un bel giorno d’inizio autunno, l’assiolo venne liberato.
Emozionato iniziò a respirare aria a pieni polmoni: era felice, era contento: ora sapeva volare e non vedeva l’ora di farlo vedere a tutti! Ma, ad un tratto, quasi come un fulmine a ciel sereno, il piccolo rapace si rese conto che nessuno stava rispondendo al suo richiamo. Lui cantava e nessuno, ma proprio nessuno rispondeva!
Che cos’era successo? Nessun assiolo contraccambiava il suo saluto?
Perché?
Fu così che si ricordò delle parole della mamma e del papà, quando raccontavano di un lungo viaggio da intraprendere a fine estate, verso un Paese caldo e lontano, chiamato Africa. E si spaventò. Iniziò a volare più veloce che poteva in direzione di quel bel viale che mai aveva dimenticato.
Volò, volò e ancora volò, finché non giunse a destinazione. Si fermò, prese fiato e iniziò a emettere un suono quasi soffocato per l’emozione. Ma non ebbe nessuna risposta. Riprovò allora con più forza: una, due, tre volte, quando, finalmente, qualcuno rispose! Ed erano proprio loro: mamma e papà lo avevano aspettato!